Addio Sv, benvenuta Thunderbird!

[ originariamente pubblicato su micheledellatorre.net l’8 giugno 2010 ]

Quando comprai la Suzuki SV650S, ormai 3 anni fa, sapevo che prima o poi l’avrei cambiata, ma non avevo assolutamente idea di dove sarei finito.

Era la prima moto dopo 7 anni di astinenza e, come scrissi all’epoca, in un certo senso cercavo ancora qualcosa di simile alla mia amata Mito Ev 125. L’Sv in questo senso era perfetta: la posizione di guida sportiveggiante, il serbatoio compatto e il peso ridotto ricordavano a tutti gli effetti la Cagiva, senza però tutti i problemi di affidabilità tipici di un 125 2 tempi spinto.

Dopo quasi 13000 km posso dire che il pregio principale dell’SV è sicuramente il motore: non mi ha mai dato il minimo problema, sempre pronto ad ogni regime, potente quando richiesto e davvero parco nei consumi, visto che non è mai stato difficile tenere medie di circa 25 km/l.
L’unico vero difetto oggettivo è la posizione di guida un po’ scomoda, ma se vogliamo è intuibile anche solo guardandola che non è di certo una granturismo, anche se con il tris di borse permette di fare lunghi viaggi senza troppo mancanze, in fondo basta sostituire il manubrio con quello della versione naked per avere il busto più eretto e caricare molto meno i polsi.

L’SV si è rivelata una moto onestissima, senza difetti gravi o comunque correggibili facilmente, che mi sento di consigliare a chiunque, anche considerando la cifra davvero bassa con cui la si può comprare.

Da quando l’ho portata a casa abbiamo fatto parecchia strada, ma col tempo mi sono reso conto che quell’impostazione così sportiveggiante non fa per me. Quello che mi piace davvero è andare in giro tranquillo con il motore che ronfa a un basso numero di giri, senza nessuna fretta, con tanta coppia per potermi dimenticare del cambio quando si va a passeggio.

Ma soprattutto la moto deve dare emozioni, anche solo a guardarla.

Insomma, l’SV è un po’ troppo perfetta e questo la rende impersonale, ha ottime caratteristiche, ma non riesce a colpire per nessun aspetto in particolare. Le moto sono, di fatto, dei giocattoli per adulti e per questo è difficile pensare usando solo il cervello, come invece si fa di solito con la macchina: si è disposti a fare qualche sacrificio pur di avere la due ruote che si preferisce e che per certi versi rispecchia la propria personalità.

Ecco quindi che ho deciso di cambiare completamente genere, passando da una stradale sportiva a una custom. Sì, una custom.
Questo tipo di moto hanno tutto quello che cerco in questo momento: motori grossi, ottime per una guida rilassata e molto evidenti.

Quando si parla di custom si pensa subito all’Harley Davidson, ma guardando anche la concorrenza ho trovato molto belle anche le Triumph. Dopo qualche tempo avevo ristretto la scelta a due modelli: l’HD Wide Glide e la Triumph Thunderbird. Le trovo bellissime esteticamente, il prezzo è simile, quindi non rimaneva che andare a provarle per sciogliere i dubbi.

Leggendo il titolo di questo post sapete già come è andata a finire.

L’Harley ha un carisma pazzesco, ma in sella non mi è piaciuta: troppe vibrazioni sulle pedane e sul manubrio, tanto da rendere inutili gli specchietti sopra i 70 all’ora, e una frenata scandalosa. Ok, la moto che ho provato era abbastanza nuova e magari i freni non erano rodati, ma devo ammettere che quando ho tirato la leva la prima volta ho avuto seriamente paura di non fermarmi.

La Triumph invece si è rivelata una piacere anche da guidare ed è stato subito amore: nonostante i quasi 350kg, non è impacciata nelle nostre strade, ottima frenata, motore pastoso e nessuna vibrazione fastidiosa.

Scelto il modello bisognava scegliere il colore e l’allestimento: io la volevo nera con ABS, optional decisamente utile per chi ha intenzione di fare tanti km. Il problema è che per questa stagione non ne era disponibile nemmeno una, quindi o rinunciavo all’ABS o cambiavo colore o esageravo comprando il modello con kit di potenziamento a 1700cc.
Non è stata una decisione facile perchè il Big Bore veniva a costare parecchio di più, ma alla fine mi sono lasciato andare e ho ceduto alla tenzione di esagerare.

L’ho ritirata ai primi di maggio e per ora sono davvero contento dell’acquisto: andarci in giro è un vero piacere, il motore è infinito, la ciclistica molto ben bilanciata e sicuramente si fa notare. Esattamente quello che cercavo!

In futuro magari scriverò una piccola recensione, ma non assicuro nulla :-)

Prima foto Thunderbird

Prima foto Thunderbird

[ originariamente pubblicato su micheledellatorre.net l’8 giugno 2010 ]